lunedì 13 maggio 2013

Il piroscafo Principessa Mafalda...

Con il nome di un'amata principessa italiana, divenne da subito l'ammiraglia della flotta del Lloyd Italiano...
Questa è la storia del transatlantico Principessa Mafalda.


All'inizio del secolo la compagnia di navigazione neonata Lloyd Italiano, commissionò al cantiere navale di Riva Trigoso la costruzione di due piroscafi di medio tonnellaggio, da impiegare sulla rotta verso l'America del sud e del nord...Il Principessa Mafalda e il Principessa Jolanda.
 Come caratteristica principale di queste due nuove unita vi era ovviamente il gran lusso negli arredi... E ciò soprattutto per competere con le altre compagnie europee che vantavano enormi e incredibilmente lussuosi transatlantici.
Il Principessa Mafalda apportò numerose innovazioni nel campo della navigazione, inoltre al suo varo, oltre ad essere il più grande transatlantico italiano di quel tempo, fu il primo al mondo ad avere un salone per le feste costruito su due livelli, e fu anche il primo a poter competere in velocità con le navi delle altre compagnie europee.


A differenza del transatlantico gemello Principessa Jolanda che affondò sfortunatamente durante il varo per alcuni problemi di stabilità e peso, il Principessa Mafalda fu terminato nel 1908 e varato il 22 ottobre dello stesso anno affascinando anche numerosi personaggi illustri dell'epoca, come il principe Emanuele Filiberto d'Aosta che ne elogiò la grandezza e la bellezza.
Il 30 marzo 1909, dopo essere stato sottoposto a numerose prove tecniche e completato, partì per il viaggio inaugurale da Genova alla volta di Buenos Aires con scalo a Rio de Janeiro e Santos.
Il transatlantico fu impiegato su questa rotta per diversi anni, effettuando solo occasionalmente viaggi verso il nord America, e divenne la miglior nave su questa rotta... Con il passare del tempo e per soddisfare le richieste della clientela, dal 1914 il Principessa Mafalda fu dunque impiegato solo sulla rotta verso New York sempre con partenza da Genova. Ma quest'impiego durò poco, infatti l'anno successivo, con lo scoppio della grande guerra, il transatlantico fu requisito dalla Regia Marina e adibito ad alloggio ufficiali a Taranto, dove restò ormeggiato fino al 1918, anno in cui il Lloyd Italiano fu assorbito dalla compagnia Navigazione Generale Italiana.


Il Principessa Mafalda divenne allora l'ammiraglia della nuova compagnia e tornò al servizio civile sempre sulla rotta da Genova a New York. Durante i suoi numerosi viaggi non subì mai problemi rilevanti e navigò per anni indisturbato e quasi sempre a pieno carico. 
Nel 1922 però, con il varo del Giulio Cesare che lo sostituì sulla rotta verso New York, il Principessa Mafalda fu destinato alla sua rotta iniziale, ossia verso il sud America.
Ma nel corso dei successivi viaggi, la nave iniziò a risentire degli anni di navigazione e a riscontrare diversi problemi ai motori e ai vari impianti elettrici... Nonostante ciò il transatlantico continuò ad effettuare regolarmente i suoi viaggi fino al 1927.



Dopo anni di usura e scarsa manutenzione, il transatlantico fu considerato poco sicuro e quindi non più adatto alla navigazione... La compagnia allora decise di ritirarlo e demolirlo. 
Ma prima fu impiegato ancora per altri viaggi, nonostante le perplessità degli addetti ai lavori a bordo...
Il Principessa Mafalda partì per il suo ultimo viaggio prima dello smantellamento l'11 ottobre 1927 da Genova sempre verso il sud America. A bordo vi erano 1259 passeggeri oltre all'equipaggio.
Il viaggio fin da subito andò più che male...infatti prima di partire la nave fu sottoposta a delle riparazioni veloci ai motori che causarono un ritardo nell'ora di partenza.
Nonostante tutto il piroscafo prese il largo, ma ancora una volta vi furono problemi alla sala macchine che costrinsero il capitano a spegnere i motori numerose volte e a fare scalo a Barcellona per le dovute riparazioni. Nella città spagnola la nave vi restò per un giorno suscitando l'ira di numerosi passeggeri per il ritardo. Dopo aver riparato il guasto il Principessa Mafalda ripartì, ma ancora una volta mentre si addentrava nello Stretto di Gibilterra subentrò un nuovo guasto che costrinse il transatlantico a navigare con il solo motore di dritta... Ma non era finita... Appena entrato nell'atlantico anche l'altro motore terminò di funzionare e gli ufficiali e tecnici a bordo si misero alla ricerca dell'avaria che costrinse la nave a rimanere per circa sei ore alla deriva. Riparato il guasto fu comunque necessario fare tappa al porto più vicino, Dakar, per un'accurata revisione all'asse dell'elica. Ripartito da Dakar il 18 ottobre il piroscafo fu costretto ad un'altra tappa forzata presso il porto di Sao Vincente perchè le celle frigorifere si erano guastate e tutto il cibo era andato a male. 


Dopo la scorta di cibo il Principessa Mafalda riprese la navigazione nell'oceano con una relativa normalità... il transatlantico navigò con il solo motore di babordo ed era leggermente inclinato su di un lato... Inoltre a bordo vi erano forte vibrazioni e continue interruzioni elettriche... L'equipaggio tentò in tutti i modi di mantenere una certa serenità tra i passeggeri già irati per l'eccessivo ritardo della nave e nonostante tutto a bordo non vi furono complicazioni maggiori.
Ciò nonostante il comandante Simone Gulì contattò la NGI per far inviare un transatlantico per sostituire il Principessa Mafalda per il viaggio di ritorno, ma la richiesta fu respinta.
Il 25 ottobre il transatlantico navigava a 13 nodi a circa 80 miglia dalla costa del Brasile, leggermente inclinato su un lato... Alle 17.10 dello stesso giorno su tutta la nave si sentì un boato spaventoso.
I passeggeri spaventati uscirono sui ponti per capire cosa fosse successo, ma la nave continuava a navigare con un apparente calma... Inizialmente il comandante e gli ufficiali pensarono alla perdita di una pala dell'elica, ma quando il direttore di macchina salì in plancia informò della realtà della situazione. 
L'asse dell'elica sinistra si era completamente sfilato e inoltre aveva provocato uno squarcio nella scafo a causa del suo moto rotatorio... Dunque la nave stava imbarcando una grande quantità d'acqua.
Si tentarono riparazioni dello squarcio con pannelli d'acciaio ma inutilmente, in quanto il transatlantico già  stava iniziando ad affondare.
Il comandante allora iniziò a coordinare le operazioni di soccorso. I marconisti inviarono numerosi SOS e sul posto giunsero numerose navi che si trovavano vicine ma quest'ultime temendo un esplosione data la copiosa quantità di fumo che fuoriusciva dal Mafalda, si tennero ad una certa distanza. I marconisti non poterono avvisarle del fatto che le caldaie erano già spente e quindi non vi era nessun rischio di esplosione, perchè l'apparato elettrico non funzionava. Ciò rese più veloce l'affondamento perchè anche le porte stagne non poterono essere chiuse. Le numerose navi giunte sul posto iniziarono a calare le proprie lance e a portare in salvo numerosi passeggeri dal Mafalda, ma quando calò la notte iniziarono le prime difficoltà. Con la scarsa visibilità non si riuscì più a comunicare con le altre navi e il comandante decise di calare le scialuppe del Mafalda.
Queste però, usurate dal tempo, e quindi in uno stato di degrado non reggevano il peso dei tanti passeggeri ancora a bordo e finivano per affondare o ribaltarsi... Allora a bordo iniziò a scatenarsi il panico e molte persone finirono in mare annegando o (come riportato da numerosi giornali brasiliani) finendo divorati dagli squali. 
Verso le 22.20, nel caos totale si udì la marcia reale fatta suonare dal comandate ai pochi musicisti rimasti a bordo. Simone Gulì affondò con la sua nave... la prua del Principessa Mafalda si alzò in verticale e colò velocemente a picco svanendo nei 2200 metri di profondità di quel tratto d'oceano.
I pochi superstiti ancora a galla furono portati in salvo dalle altre imbarcazioni corse in aiuto.
Il bilancio fu di 314 vittime, divenendo così il più grave naufragio italiano di quell'epoca.


 Scheda Tecnica 
Costruttore: Società Esercizio Bacini, Riva Trigoso
Armatore: Lloyd Italiano - Navigazione Generale Italiana
Varo: 22 ottobre 1908
Entrata in servizio: 30 marzo 1909
Velocità: 18 nodi
Lunghezza: 146 metri
Larghezza: 16,80 metri
Capacità: 1580 passeggeri, 300 equipaggio

alla prox da Transatlantic Era...

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