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giovedì 3 dicembre 2015

T/n Duilio...

Siamo agli inizi del XX secolo, periodo in cui l'emigrazione verso il nuovo mondo vive il suo momento di picco. Spietata, quindi, diventa la concorrenza nel settore dei viaggi transoceanici tra le compagnie che si sfidano con navi sempre più grandi, più veloci, più lussuose e più sicure. Il monopolio sull'Atlantico del primo decennio del '900 era senza dubbio di inglesi, francesi e tedeschi. L'Italia invece a stento riusciva ad offrire viaggi nel mediterraneo, con navi vecchie, usurate e poco comode. Ma il governo insieme ai grandi uomini d'affari ben presto riuscirono a rendersi conto di quanto grande era il mercato dell'emigrazione. Consapevoli di non avere mezzi sufficienti a concorrere con le grandi compagnie europee, le società di navigazione italiane iniziarono a studiare e progettare per entrare, appunto, a far parte di questo immenso business. La principale fu la Navigazione Generale Italiana (NGI), la più grande in Italia, che finalmente il 26 settembre 1912 deliberò la costruzione di 3 grandi transatlantici. Quest'ultimi avrebbero avuto dimensioni enormi, intorno alle 20000 tonnellate e si sarebbero chiamati rispettivamente Duilio, Giulio Cesare e Savona, ma soltanto due di essi videro la luce per questioni economiche. In questo post andrò a raccontarvi dunque tutta la storia del transatlantico Duilio.


La storia di questa nave ha inizio il 30 dicembre 1913, quando la NGI firmò il contratto di costruzione con il cantiere Ansaldo di Sestri Ponente, mentre al cantiere inglese Swan Hunter&Wigham Richardson affidò la costruzione del gemello Giulio Cesare. Scelta dovuta al fatto che in Italia i cantieri non erano ancora all'avanguardia e capaci di tali commissioni. La costruzione del Duilio ha inizio e prosegue molto velocemente sulla base di un progetto molto elaborato... Alti standard di comfort e affidabilità erano la linea principale da seguire. La consegna però fu ritardata di circa un anno in quanto il transatlantico, in seguito all'entrata in vigore delle nuove normative marittime modificate a causa della sciagura del Titanic, fu adeguato appunto alle leggi di sicurezza appena approvate: maggior numero di scialuppe sufficienti per tutti i passeggeri, gru più efficienti e servizi di comunicazione più rapidi. Finalmente il 9 gennaio 1916 il Duilio fu varato con grande clamore. L'Italia vide scendere in acqua uno dei suoi più grandi transatlantici mai costruiti fino ad allora.


 Lo scafo del Duilio fu rimorchiato presso le officine di allestimento ma i lavori furono sospesi a causa della guerra. Il transatlantico rimase fermo per tutta la durata del conflitto e per fortuna ne uscì illeso. Dopo l'armistizio, molto velocemente, il Duilio fu allestito e avviato alle prove in mare. L'esito fu più che positivo grazie ai moderni sistemi di propulsione montati a bordo che permisero alla nave una velocità massima di 21 nodi e una grande stabilità. Il 30 ottobre 1923 il Duilio parte per il suo viaggio inaugurale sulla rotta Genova - New York. Sempre a pieno carico il nuovo transatlantico servì su questa rotta senza problemi fino ad agosto 1928, quando fu trasferito sulla linea Genova - Buenos Aires, in seguito all'entrata in servizio dell'Augustus, che servì appunto la rotta nord atlantica. 



Insieme a tutti i suoi transatlantici la NGI fu incorporata nella fusione che portò alla nascita della società Italia Flotte Riunite il 2 gennaio 1932. Il Duilio continuò sulla sua rotta fino al 1934, quando in seguito alla vincita di un appalto per trasportare posta, fu cambiata la destinazione da Buenos Aires a Capetown.



 Ma prima di questo nuovo servizio il 6 marzo 1934 il Duilio entrò in cantiere per un restyling totale che durò circa 6 mesi. Con lo scafo ridipinto di bianco, fumaioli più corti e interni completamente rinnovati il transatlantico tornò al servizio verso il sud America. Il 2 gennaio 1937 il Duilio e il gemello Giulio Cesare furono ceduti alla società Lloyd Triestino, nella quale continuarono a prestare servizio sulla medesima rotta verso il sud America. Il 13 maggio del '39 però di ritorno da un viaggio fu posto in disarmo a Genova. Il servizio fu sospeso per tutte le navi della compagnia a causa dell'imminente entrata in guerra dell'Italia.


 Durante il secondo conflitto mondiale fu utilizzato per un viaggio a Cadice per rimpatriare soldati italiani dalla Spagna franchista il 7 novembre 1939. Successivamente nel mese di marzo 1942 fu noleggiato dalla Croce Rossa Internazionale per rimpatriare i civili dalle colonie dell'Africa orientale italiana, occupate dagli alleati. Al termine di questo breve servizio fu ormeggiato a Trieste in attesa di nuovi ordini nel giugno 1943. Ma qui ebbe fine la vita di questo transatlantico... Infatti l'11 settembre 1944 venne bombardato dagli alleati nel Vallone di Zaule. A causa delle esplosioni e gli ingenti danni il Duilio rimase semiaffondato fino all'11 febbraio del '48, quando fu riportato a galla e rimorchiato nel vicino cantiere San Rocco di Muggia dove lentamente fu demolito.

 Interni 
Per gli arredi e allestimenti interni non si badò a spese. Prerogativa fondamentale della NGI fu proprio quella di rendere competitivo il Duilio soprattutto sotto l'aspetto di lusso e comfort. Più che una nave il Duilio fu concepito come hotel di lusso galleggiante. Ovviamente ampia importanza fu data alla prima classe che rispecchiava in pieno la magnificenza dei palazzi vittoriani italiani.


 Nelle aree pubbliche si diede risalto a pannelli di legno intagliati, sculture, marmi e vetri che andavano dal tardo barocco al neoclassico richiamando lo stile di Luigi XIII. Nelle camere e nelle suite di lusso invece predominava lo stile impero di Luigi XVI con legni scuri e arazzi. Inoltre i ristoranti vantavano cupole affrescate, quadri, statue e fontane in marmo che davano la sensazione di essere in un palazzo reale lontano dal mare. Tutto quindi è da racchiudere nell'epoca d'oro italiana e francese che va dal '600 al '700, dove ogni centimetro era sfarzoso e decorato... La firma dello studio Ducrot diede dunque a questo transatlantico grande pregio, tanto che invece di concorrere con gli arredi di altre navi europee, le superò egregiamente e non solo in bellezza ma anche e soprattutto per la comodità...






 Ricordiamo inoltre che tra le varie e gigantesche sale vi era anche un'area bambini in stile olandese, biblioteca con sala di lettura, palestra, innumerevoli saloni con bar e galleria d'arte. Per quanto riguarda la seconda classe, anche in questo caso, non si badò a spese. Il tutto era talmente curato e rifinito da sembrare una copia (economica) della prima classe. In questi ponti il tutto fu arredato in stile neoclassico con pannelli di legno chiaro e affreschi enormi nelle aree pubbliche. Anche in questo settore non mancava nulla: ristorante, sala lettura, saloni, bar, aree relax e giochi per bambini.


 A differenza di altre navi in circolazione in quell'epoca sul Duilio la terza classe risultò molto lontana da ciò che era l'immaginario collettivo. Infatti questa zona che occupava i ponti più bassi della nave era divisa in due settori: classe economica e terza classe ordinaria. La differenza non è da cercare nello stile, bensì nelle cabine, in quanto nella classe economica in ogni cabina vi erano dai 2 ai 4 lettini con bagno privato; nella terza classe ordinaria invece vi erano dormitori con bagni in comune. Ciò che però rendeva la terza classe del Duilio diversa e migliore rispetto a quella delle altre navi era la cura degli arredi e delle aree pubbliche.



 Fu tutto allestito con ottimi materiali dando importanza alla sensazione di ampiezza con l'uso di colori chiari ed eleganti, con arredi funzionali e comodi. La sala da pranzo era molto grande e luminosa; inoltre vi era la sala comune che portava al ponte passeggiata coperto e chiuso da vetri per proteggere i passeggeri dal vento e dal freddo. Insomma anche i più poveri a bordo del Duilio potevano godere di una traversata confortevole... Bisogna dire, allora, che al suo varo insieme al gemello Giulio Cesare, il Duilio era davvero il transatlantico più bello mai costruito e finalmente rispecchiava a tutti gli effetti l'eleganza e le doti dei grandi ingegneri e artisti italiani nel mondo.

 Scheda Tecnica 
Costruttore: Ansaldo, Sestri Ponente
Armatore: NGI - Italia Flotte Riunite - Lloyd Triestino
Varo: 9 gennaio 1916
Entrata in servizio: 31 ottobre 1923
Lunghezza: 193 metri
Larghezza: 23 metri
Velocità: 19/21 nodi
Capacità: 1673 passeggeri, 542 equipaggio

Alla prossima 
Transatlantic Era...

giovedì 24 settembre 2015

S.S. General Von Steuben...

Anche i tedeschi nel corso del primo '900, hanno costruito grandissimi e stupendi transatlantici; essi con cura, precisione e tecnologia, misero in acqua dei veri e propri capolavori di cantieristica.
Oggi vi parlo di una nave dal doppio destino... rinata dopo un incendio e un affondamento... distrutta dalla violenza umana indescrivibile della Seconda Guerra Mondiale: il transatlantico General Von Steuben.
La tragedia che ha messo fine alla storia di questo transatlantico viene anche ricordata per il gran numero di perdite di vite umane, entrando appunto a far parte delle più grandi tragedie in mare del 20° secolo.
La Germania dopo la Prima Guerra Mondiale a piccoli passi tornava ad emergere sul commercio nazionale ed internazionale e la ripresa partì proprio dal mare. Infatti con lucrosi sovvenzionamenti alle grandi società marittime si assicurò la nascita di una flotta potente e grandiosa. Tra i primi transatlantici a vedere la luce nel primo dopoguerra vi era proprio l'SS General Von Steuben che fu impostato alla fine del 1921 presso i cantieri Ag Vulcan di Stettino per ordine della compagnia navale Norddeutscher Lloyd.
Al momento del suo vare il 25 novembre 1922 il transatlantico si chiamava Munchen, in onore della città tedesca, e partì per il suo viaggio inaugurale verso New York il 23 giugno 1923. La nave servì sulla rotta Brema - New York per diversi anni senza riscontrare problemi. Molto apprezzata per la sua maestosità, il lusso e il servizio impeccabile che ricordava un hotel a 5 stelle.
Purtroppo però l'11 febbraio 1930, mentre era ormeggiato sul fiume Hudson, nella stiva numero 6 che era carica di vernici, scoppiò un incendio. A causa dei materiali altamente infiammabili l'incendio si propagò velocemente accompagnato da violente esplosioni che ne devastarono lo scafo. Nonostante la gravità della situazione tutti i passeggeri furono tratti in salvo, ma l'incendio non fu domato dalle numerose autorità portuali corse sul posto... infatti il Munchen affondò vicino alla banchina ove era ormeggiato. Ebbe inizio da quel giorno una delle più grandi operazioni di recupero navale della storia (fino a quello della Costa Concordia). Per l'operazione vi fu un immenso impiego di mezzi, uomini e risorse finanziarie tanto che in meno di 3 mesi lo scafo era già a galla e in grado di navigare. Fu infatti riportato a Brema e condotto nel cantiere Ag Weser dal quale uscì completamente restaurato nel mese di gennaio 1931 sotto il nuovo nome General Von Steuben, in onore del generale Prussiano. Il nome fu poi definitivamente cambiato in Steuben nel 1938.





 Il transatlantico continuò nel suo normale servizio di linea fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale quando fu requisito dalla Kriegsmarine. Dopo un veloce refit lo Steuben servì prima come caserma galleggiante a Kiel e Danzica, poi come trasporto truppe fino al 1944 quando fu trasformato in nave ospedale. Nel gennaio 1945 lo Steuben insieme al suo numeroso convoglio partecipò all'operazione Annibale per l'evacuazione di civili e truppe dalla Prussia orientale che era sotto assedio da parte dei sovietici. Ma fu proprio durante questa operazione che lo Steuben andò incontro al suo tragico destino. Il 9 febbraio 1945 la nave partì da Danzica verso Swinemunde, dove imbarcò 2900 militari, 270 membri del personale medico e circa 800 civili... A bordo inoltre vi erano gia 285 membri dell'equipaggio, per un totale di 4267 passeggeri. 
Mentre si trovava in navigazione nel mar Baltico nella notte del 10 febbraio lo Steuben fu colpito da 2 siluri lanciati dal sommergibile sovietico S-13, e affondò completamente in soli 20 minuti. La torpediniera T196 che viaggiava poco distante giunse velocemente sul luogo del disastro e riuscì a recuperare circa 300 sopravvissuti con un totale di vittime stimato intorno alle 4000 persone. Proprio per questo è da ritenersi une dei peggiori disastri navali della storia. Finisce cosi, dunque, la vita di questo grande transatlantico che ha portato giù con se migliaia di vite umane.


 Scheda Tecnica 
Costruttore: AG Vulcan, Stettino
Armatore: Norddeutscher Lloyd
Varo: 25 novembre 1922
Entrata in servizio: 23 giugno 1923
Lunghezza: 167,8 metri
Larghezza: 19,8 metri
Velocità: 16 nodi
Capacità: 1079 passeggeri, 356 equipaggio.

Alla prossima
Transatlantic Era...

giovedì 30 luglio 2015

R.M.S. Lancastria...

Un'altra nave sfortunata approda su Transatlantic Era...
Ancora una volta si parla della società Cunard Line e del suo transatlantico RMS Lancastria. Uno dei gioielli della compagnia inglese, con una longeva carriera di centinaia di viaggi, un ottimo servizio a bordo, successi, riconoscimenti e un tragico finale.
 La storia del Lancastria ha inizio nel 1920 quando fu varato presso i cantieri William Beardmore&Co di Glasgow sul fiume Clyde. Inizialmente questo transatlantico fu nominato Tyrrenia e apparteneva alla società Anchor Line, controllata da Cunard. Quando i lavori di allestimento e le prove in mare furono completati, il Tyrrenia partì per il viaggio inaugurale il 19 giugno 1922 sulla rotta Glasgow, scalo a Quebec City e destinazione finale Montreal. Questo transatlantico fu concepito come tutte la grandi navi di linea di quell'epoca, ossia con sistemazioni passeggeri divise in tre classi. 
Ma dopo soli due anni di servizio il Tyrrenia fu condotto in cantiere. La nave entrò a far parte della flotta Cunard e le fu cambiato il nome in RMS Lancastria. Furono rifatti gli interni e cambiati tutti gli spazi riservati ai passeggeri... infatti la prima classe fu eliminata e il transatlantico ospitava soltanto due classi, decisione presa per rendere il Lancastria più competitivo e per il calo di richieste da parte della clientela più ricca, che a quel tempo, preferiva navi più grandi e famose come il Mauretania o l'Olympic, regine indiscusse di quegli anni. Completamente rinnovato dunque il Lancastria fu collocato sulla trafficata rotta Liverpool - New York, sulla quale navigò indisturbato per molti anni senza riscontrare mai problemi rilevanti.



 Inoltre per ammortizzare gli elevati costi di mantenimento dal 1932 fu utilizzato anche per crociere economiche nel Mediterraneo e nell'Europa del Nord, ma purtroppo con scarso successo. Il crollo del '29 colpì profondamente le compagnie di navigazione e l'RMS Lancastria rimase spesso fermo in porto. Il 10 ottobre 1932 il Lancastria fu protagonista di un salvataggio: soccorse l'equipaggio della nave cargo Scheldestad che a causa di una tempesta affondò nella baia di Biscay. Nel '34 invece fu noleggiato dai Boy Scouts of Ireland cattolici, per un pellegrinaggio a Roma...



 Ma con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale proprio come la maggior parte della flotta Cunard anche il Lancastria fu requisito dalla marina inglese nell'aprile 1940. Dopo i lavori per renderlo idoneo al nuovo incarico di trasporto truppe iniziò a contribuire all'evacuazione di soldati inglesi dalla Norvegia e partecipò all'operazione Dynamo evacuando militari e civili britannici da Dunkerque. Nel mese di giugno 1940 ebbe inizio il nuovo incarico nell'operazione Ariel che prevedeva ancora evacuazione di militari e civili inglesi dalle coste della Francia, ma qui ebbe inizio anche la fine di questo transatlantico. Il 14 giugno 1940 dopo una veloce revisione ai motori, partì da Liverpool arrivando sull'estuario della Loira il 16... Fu ancorato a circa 11 miglia a sud ovest da ST Nazaire e iniziò ad imbarcare rifugiati civili, personale della Fairey Aviation del Belgio, truppe Pioneer, soldati RASC e dipendenti RAF. Il numero preciso dei passeggeri è tutt'oggi sconosciuto ma si stima che a bordo vi fossero oltre 4000 persone... Il capitano infatti aveva ricevuto l'ordine di caricare il maggior numero di uomini possibile, senza tener conto dei limiti stabiliti dal diritto internazionale. Mentre il Lancastria partiva un incursione aerea bombardò il piroscafo Oronsay della Orient Liner, anch'esso parte del convoglio. A questo punto il capitano del cacciatorpediniere HMS Havelock, che doveva scortare il convoglio, consigliò all'equipaggio del Lancastria di andarsene, ma quest'ultimo temeva altri attacchi e decise di non partire senza protezione o una scorta adeguata. Erano le 15.48 del 17 giugno 1940 quando un nuovo raid aereo tedesco si scagliò sul transatlantico gremito di persone, con un bombardamento che segnò il suo destino. Il Lancastria fu colpito tre volte e dopo alcune spaventose esplosioni si inclinò ed affondò nel giro di 20 minuti circa. 1400 tonnellate di olio combustibile finirono in mare e in gran parte bruciò rendendo la superficie dell'acqua intorno al Lancastria un vero inferno. Furono tante le navi e imbarcazioni che accorsero a prestare aiuto ma solo 2447 furono i sopravvissuti di una tragedia che rappresenta uno dei peggiori disastri in mare che ha coinvolto gli inglesi.

 Il gran numero di perdite di vite umane fu per anni tenuto nascosto dal Governo britannico e ancora oggi è impossibile fare una stima esatta di chi effettivamente era a bordo quel giorno. C'è chi afferma che vi fossero oltre 4000 persone e chi addirittura dice che erano stati imbarcati 10000 passeggeri. Sta di fatto che il naufragio del Lancastria fa parte sicuramente della lista nera dei più gravi disastri in mare della storia.
 Scheda Tecnica 
Costruttore: William Beardmore&Co
Armatore: Cunard Line
Varo: 1920
Entrata in servizio: 19 giugno 1922
Lunghezza: 176 metri
Larghezza: 21 metri
Velocità: 16,5 nodi
Capacità: 1300 passeggeri, 390 equipaggio.
Alla prossima...
Transatlantic Era

giovedì 6 novembre 2014

La Flotta Bianca...

- Le Navi Ospedale della Seconda Guerra Mondiale - 
Nella storia della Marina Italiana di gran valore è senza dubbio la famosa "Flotta Bianca"... ossia le navi ospedale che operarono durante la drammatica Seconda Guerra mondiale, apportando aiuti e speranza, divenendo spesso vittime del conflitto.


Ma prima di tutto, cos'è una nave ospedale?
<<Una Nave Ospedale è un imbarcazione costruita o adattata per operare come un vero e proprio ospedale galleggiante e prestare aiuto e soccorsi in paesi dove le strutture mediche non sono abbastanza sviluppate o in zone di guerra. La storia di questa tipologia di nave risale al XVII secolo, quando durante i conflitti venivano attrezzate vecchie galee in disarmo. Esse venivano fissate ai porti e funzionavano come infermerie e ricoveri per marinai e soldati feriti.>>

Ma come già detto la storia delle navi ospedale italiane della Seconda Guerra Mondiale è senza dubbio la più affascinante e, sotto certi aspetti, la più triste e tragica. Vi erano in tutto 18 unità operative e tra queste figuravano alcuni dei più grandi transatlantici italiani di quell'epoca, requisiti alle svariate compagnie di navigazione dalla Regia Marina, spogliate di sfarzo e lusso, e convertite con macchinari all'avanguardia e sale operatorie in ospedali mobili galleggianti. Il lavoro di queste navi fu davvero impegnativo durante il conflitto... Furono migliaia i naufraghi e i profughi tratti in salvo nelle numerose missioni e nonostante il divieto assoluto di attaccare e/o affondare le navi ospedale imposto dalla Convenzione dell'AIA del 1907, quest'ultime invece caddero spesso vittime di siluramenti e bombardamenti.
Molte di esse affondarono trascinando in fondo al mare centinaia di vite innocenti e questo ci dà l'idea e l'esempio di quanto sia stata terribile e folle la Seconda Guerra Mondiale... Perché attaccare un ospedale, anche se mobile e galleggiante, non è solo un crimine di guerra, ma un crimine contro l'umanità.
A bordo di queste navi vi erano persone che con orgoglio e coraggio prestavano il proprio aiuto, lì dove la guerra non lasciava speranza. E questo è senza dubbio il pregio più grande della Flotta Bianca, proprio il coraggio infinito di tutto l'equipaggio, dei marinai, dei dottori e delle crocerossine che nonostante il terrore che vi era in giro in quel periodo, si imbarcavano con onore e forza riuscendo a portare il loro immenso aiuto in tutti i mari del mondo...
Quindi ancora una volta possiamo essere fieri di un qualcosa che ha dato tanto onore al nostro Paese. 
Di seguito la lista completa di tutte le navi ospedale e di soccorso operative della Flotta Bianca durante il secondo conflitto mondiale.

Aquileia
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Nederland Scheepsbouw Mij
Armatore: Nederland Steam Ship Company (1914) - Lloyd Triestino (1935)
Varo: 1914
Entrata in servizio: 1914
Lunghezza: 151 metri
Larghezza: 17 metri
Velocità: 14-15 nodi
Capacità: 340 equipaggio, 780 passeggeri

California
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Scott's Shipbuilder&Engineering, Greenock
Armatore: Cunard Line (1921) - Lloyd Triestino (1930)
Varo: 17 aprile 1921
Entrata in servizio: 19 gennaio 1921
Lunghezza: 164 metri
Larghezza: 19,51 metri
Velocità: 14 nodi
Capacità: 500 passeggeri, 135 equipaggio

Gradisca
 Scheda Tecnica 
Costruttore: A. Stephens & Sans, Glasgow
Armatore: Royal Holland Lloyd (1913) - Lloyd Triestino (1935)
Varo: 20 maggio 1913
Entrata in servizio: 8 ottobre 1913
Lunghezza: 170 metri
Larghezza: 20 metri
Velocità: 16 nodi
Capacità: 1520 passeggeri, 490 equipaggio

Toscana
 Scheda Tecnica 
Costruttore: AG Weser, Brema
Armatore: Norddeutscher Lloyd (1923) - Italia Flotte Riunite (1935) - Lloyd Triestino (1936)
Varo: 1923
Entrata in servizio: 1923
Lunghezza: 146 metri
Larghezza: 17 metri
Velocità: 12 nodi
Capacità: 826 passeggeri, 176 equipaggio

Sicilia
 Scheda Tecnica 
Costruttore: AG Weser, Brema
Armatore: Norddeutscher Lloyd (1923) - Italia Flotte Riunite (1935) - Lloyd Triestino (1936)
Varo: 1924
Entrata in servizio: 1924
Lunghezza: 146 metri
Larghezza: 17 metri
Velocità: 12 nodi
Capacità: 826 passeggeri, 176 equipaggio

Virgilio
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Cantieri e officine meccaniche meridionali, Baia
Armatore: Navigazione generale Italiana (1928) - Italia Flotte Riunite (1932)
Varo: 13 novembre 1926
Entrata in servizio: 24 aprile 1928
Lunghezza: 152 metri
Larghezza: 18 metri
Velocità: 14,5 nodi
Capacità: 640 passeggeri, 200 equipaggio

Principessa Giovanna
 Scheda Tecnica
Costruttore: Tosi, Taranto
Armatore: Lloyd Sabaudo (1923) - Italia Flotte Riunite (1932) - Italia Società anonima di navigazione (1936)
Varo: 29 aprile 1923
Entrata in servizio: 1 Agosto 1923
Lunghezza: 140 metri
Larghezza: 18 metri
Velocità: 13 nodi
Capacità: 400 passeggeri, 130 equipaggio

 Scheda Tecnica 
Costruttore: William Beardmore&Co, Scozia
Armatore: Adelaide Steam Ship Company (1912) - Bermuda&West Indies Steam Ship Company (1921) - Lloyd Triestino (1935)
Varo: 25 maggio 1912
Entrata in servizio: 1912
Lunghezza: 130,6 metri
Larghezza: 17,28 metri
Velocità: 16 nodi
Capacità: 430 passeggeri, 225 equipaggio

Tevere
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Cantiere San Rocco, Muggia
Armatore: Lloyd austriaco (1913) - Lloyd Triestino (1918)
Varo: 3 maggio 1912
Entrata in servizio: 1 marzo 1913
Lunghezza: 143 metri
Larghezza: 17 metri
Velocità: 15-16 nodi
Capacità: 210 passeggeri, 70 equipaggio

Po
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Arsenale Lloyd, Trieste
Armatore: Lloyd Austriaco (1911) - Lloyd Triestino (1921)
Varo: 4 marzo 1911
Entrata in servizio: 28 agosto 1911
Lunghezza: 134 metri
Larghezza: 16 metri
Velocità: 17 nodi
Capacità: 300 passeggeri, 118 equipaggio

Città di Trapani
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Cantieri del Tirreno
Armatore: Tirrenia Società anonima di navigazione (1928)
Varo: 1928
Entrata in servizio: 1929
Lunghezza: 92 metri
Larghezza: 12 metri
Velocità: 12 nodi
Capacità: 80 equipaggio

Epomeo
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Tosi, Taranto
Armatore: Società anonima partenopea di navigazione (1929)
Varo: 1929
Entrata in servizio: 1930
Lunghezza: 39 metri
Larghezza: 6 metri
Velocità: 12-14 nodi
Capacità: 50 equipaggio

Meta
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Tosi, Taranto
Armatore: Società anonima Partenopea di navigazione (1930) - Società di navigazione Lignano Marittima (1972)
Varo: 1929
Entrata in servizio: 1930
Lunghezza: 39 metri
Larghezza: 6 metri
Velocità: 12-14 nodi
Capacità: 50 equipaggio

Sorrento
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Tosi, Taranto
Armatore: Società anonima Partenopea di navigazione (1930) - Gruppo Sorrentino di Navigazione (1975)
Varo: 1929
Entrata in servizio: 1930
Lunghezza: 39 metri
Larghezza: 6 metri
Velocità: 12-14 nodi
Capacità: 50 equipaggio

Capri
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Tosi, Taranto
Armatore: Società anonima Partenopea di navigazione (1929)
Varo: 1929
Entrata in servizio: 1930
Lunghezza: 39 metri
Larghezza: 6 metri
Velocità: 12-14 nodi
Capacità: 50 equipaggio

Laurana
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Cantieri del Quarnaro, Fiume
Armatore: Società Fiumana di Navigazione (1939) - Malta Steam Ship Company (1946) - John S. Latsis (1948) - Bilinder Marine Corps (1984)
Varo: 1939
Entrata in servizio: 1939
Lunghezza: 55 metri
Larghezza: 8 metri
Velocità: 17 nodi
Capacità: 35 equipaggio

Giuseppe Orlando
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Fratelli Orlando, Livorno
Armatore: Italia Società Anonima di navigazione
Varo: 1936
Entrata in servizio: 22 ottobre 1936
Lunghezza: 64 metri
Larghezza: 10 metri
Velocità: 15 nodi
Capacità: 45 equipaggio

San Giusto
 Scheda Tecnica 
Costruttore: Odero Terni Orlando, La Spezia
Armatore: Società anonima di navigazione Istria
Varo: 10 dicembre 1928
Entrata in servizio: 18 gennaio 1929
Lunghezza: 68 metri
Larghezza: 9,34 metri
Velocità: 12 nodi
Capacità: 86 equipaggio

Alla prossima da Transatlantic Era...