mercoledì 31 ottobre 2012

venerdì 26 ottobre 2012

TN Andrea Doria...l'affondamento...



Si inabissò silenzioso e fiero, Tanto dolore nelle vicinanze della nave faro di Nanticket, a 190 miglia al largo di New York, sul luogo dello schianto...
Il fracasso delle lamiere, le urla, le sirene e la prua della motonave Stockholm che sprofonda nel ventre dell'Andrea Doria.


L'Andrea Doria era l'ammiraglia della flotta italiana, la più lussuosa e moderna...Costata 29 milioni di dollari e 9 milioni di ore di lavoro... Il 17 luglio 1956 lasciò il porto di Genova per il suo 101° e ultimo viaggio alla volta di New York: aveva a bordo 1134 passeggeri oltre ai 572 membri d'equipaggio.
Il viaggio sarebbe durato come sempre 9 giorni.
Tutto filò liscio fino al 25 luglio, quando nei pressi di Nantucket si alzò dall'oceano una foschia che divenne, man mano, sempre più intensa fino a diventare, in serata, un vero e proprio muro di nebbia. In quelle zone tale situazione era una cosa normale e proprio per questo, il comandante Piero Calamai, fece ridurre la velocità a 21 nodi circa, ordinò la chiusura delle paratie stagne e mise in funzione fari e sirene da nebbia. L'Andrea Doria viaggiava lungo una delle due "corsie" previste per regolare l'intenso traffico di navi da e verso l'Europa. 20 miglia più a nord viaggiava la Stockholm, nave da trasporto misto merci e passeggeri, partita la mattina stessa da New York verso la Svezia. Quest'ultima fu rilevata dal radar del Doria ad una distanza di 17 miglia nautiche che andava riducendosi sempre di più fino a raggiungere le 7 miglia in circa 10 minuti. Il secondo ufficiale che era al comando dell'Andrea Doria comunicò al capitano quanto stava rilevando dal radar...Calamai allora decise di correggere la rotta di circa 4 gradi a sinistra in modo da aumentare la distanza. Intanto il terzo ufficiale con binocolo incollato agli occhi non riusciva ad intercettare lo scafo della Stockholm, ne le luci, ne si udivano sirene. Intanto sulla stessa Stockholm il capitano Harry Gunnar Nordenson riposava nella sua cabina e al comando della nave c'era il terzo ufficiale di soli 26 anni e pochissima esperienza. Egli si accorse del Doria attraverso il radar e, pensando di essere ancora distante, diede ordine di virare di 22 gradi a destra con la convinzione che l'ammiraglia italiana sarebbe sfilata alla sua sinistra...Ma questa fu la manovra fatale: la nave svedese, con 534 passeggeri a bordo e la sirena spenta, aveva invece l'Andrea Doria alla propria destra e a sole 2 miglia di distanza e con quella virata si portò in rotta di collisione.
A nulla servirono sia l'indietro tutta e la virata a dritta della Stockholm, sia la virata a sinistra del Doria...
La prua rinforzata per sfidare i ghiacci del Nord, aprì uno squarcio nella fiancata dell'Andrea Doria alta 19 metri e larga 22, disintegrando cabine, mobili e tubature, e uccidendo 52 persone, 46 sulla nave italiana e 6 sulla Stockholm. L'impatto fu di una forza devastante.




La Stockholm strisciò lungo la fiancata dell'Andrea Doria come un apriscatole e a mezzanotte era già inclinata di 27 gradi.Le scialuppe del lato sinistro erano inutilizzabili, mentre quelle del lato destro non bastavano per tutti i passeggeri. Per evitare il caos, il comandante non ordinò immediatamente di abbandonare la nave e fu una grande scelta perchè permise ai soccorsi di svolgersi in tutta alma, senza panico e ordinatamente. Le procedure adottate da Calamai e i suoi ufficiali fanno scuola ancora oggi per la saggezza e il successo ottenuto.




Le 8 lance di destra furono calate e portarono in salvo il 70% dei passeggeri mentre gli altri furono raccolti in parte dalle lance della Stockholm e in parte dalle navi corse in aiuto tra cui ricordiamo la Ile de France, anch'essa in viaggio verso New York. Alle 4 del mattino tutti i sopravvissuti erano stati evacuati e alle 5.30 anche gli ultimi ufficiali riuscirono con forza a portare via il comandante dal ponte di comando del Doria, ormai inclinato di 40 gradi e sempre più vicino all'inabissamento. 




Alle 10.10 del mattino, sotto gli occhi del comandante Piero Calamai e dopo più di 11 ore di agonia, l'Andrea Doria si arrese al suo destino...fu inghiottita dall'Atlantico,  dove giace tutt'ora a 75 metri di profondità adagiata sul fianco.



 Dopo più di 60 anni anche il relitto della nostra ammiraglia sta pian piano collassando...nonostante la scritta di poppa, alcuni ponti in teak e qualche finestra siano ancora ben visibili, tutti i ponti superiori hanno ormai ceduto e sono precipitati sul fondo ammassandosi in un immensa montagna di detriti.
Con l'affondamento dell'Andrea Doria, non è sparita solo una nave, ma un vero e proprio pezzo d'Italia, della nostra cultura e del nostro fascino.


fine.
                                                                            alla prox da TransatlanticEra

martedì 23 ottobre 2012

TN Andrea Doria...



Simbolo di crescita economica e dell'inconfondibile stile raffinato del nostro Paese, l'Andrea Doria è stato il più famoso transatlantico italiano...Unico per il suo profilo e livrea, rinomato per il servizio impeccabile a bordo, per l'eleganza degli arredi interni e per le attrezzature balneari uniche al mondo che comprendevano, infatti, tre piscine, una per ogni classe, lasciando ai passeggeri il ricordo di una traversata atlantica meravigliosa.


L'Andrea Doria è stata una nave prestigiosa, ambasciatrice del made in italy, in servizio sulla rotta Genova-New York e considerata ancora oggi la nave italiana più bella al mondo.
Non parliamo quindi di un normale transatlantico, ma di un icona di eleganza e innovazione che ha dominato i mari negli anni 50'.
L'Andrea Doria fu impostato il 9 febbraio 1950 presso i cantieri Ansaldo di Genova per la compagnia Italia Di Navigazione, e varata il 16 giugno 1951. Fu battezzato da Giuseppina Saragat, moglie dell'ex ministro della Marina mercantile e successivamente presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat. Ma durante le prime prive in mare alcuni problemi riscontrati alle macchine ne ritardarono il viaggio inaugurale che fu spostato dal 14 dicembre al 14 gennaio 1953.



Essendo pieno inverno il primo viaggio dell'Andrea Doria non filò liscio a causa di tempeste e mare agitato durante tutta la traversata, che comportò diversi disagi e ritardi. Ma nonostante tutto la nave giunse a destinazione nei 9 giorni prestabiliti e nei viaggi successivi riuscì a raccogliere il meritato consenso sia in Italia, sia negli USA, divenendo di li a poco il transatlantico più famoso dell'epoca.




L'Andrea Doria nei suoi successivi viaggi, fu molto apprezzato per la puntualità, stabilità e sicurezza... Viaggiava sempre a pieno carico e i biglietti erano praticamente introvabili...essi infatti andavano a ruba soprattutto tra l'alta società europea che ambiva a viaggiare a bordo della bellissima ed elegantissima "nave italiana".


Ogni dettaglio dell'Andrea Doria non era un semplice dettaglio....
Tutto era studiato e curato nei minimi particolari tra un mix di modernità, decò, classico e vere e proprie opere d'arte che resero gli ambienti di questa nave uno spettacolo agli occhi dei passeggeri.



Furono molti gli architetti e gli artisti, tra i più grandi d'Italia e del mondo, a progettare gli interni dell'Andrea Doria, tra i quali ricordiamo Lucio Fontana e Salvatore Fiume. Furono questi ultimi infatti a realizzare il famoso "La Leggenda Italiana", un pannello lungo 48 metri che decorava il raffinato salone delle feste di prima classe.




Le pareti erano tutte intarsiate su radice di mirto con bassorilievi e marmi pregiati, le poltrone tutte in velluto e la grande statua dell'ammiraglio Andrea Doria in bronzo proteggeva il ristorante e il salone di prima classe. Le suite invece erano decorate in stili diversi da cima a fondo come per esempio la "Zodiaco", una cabina super lusso con segni zodiacali in lamina d'oro che ricoprivano le pareti e il pavimento. Anche la classe turistica e la classe cabina disponevano di ampie stanze e spazi comuni arredati con gusto e raffinatezza e disponevano di tutti i comfort necessari a rendere piacevole il viaggio.





Ma la ciliegina sulla torta che rese questo transatlantico unico furono i lidi , uno per ogni classe, con piscine di acqua salata e ampi solarium che resero la traversata una vera e propria vacanza...
Tutti quindi potevano permettersi relax e tintarella, dal più ricco al più povero, avendo a disposizione comodissime sdraio e un posto al sole assicurato, soprattutto durante la stagione estiva...e il viaggio dell'Andrea Doria diventava sempre più una crociera.


Furono molti i personaggi di spicco che si aggirarono per i vari ponti di questo transatlantico...attori, attrici e vip di tutto il mondo presero parte alla traversata più in dell'epoca
dando ancora più stima e prestigio alla navigazione italiana, rendendo, giustamente, l'Andrea Doria il fiore all'occhiello della marina del nostro Paese.
Tanto bella quanto sfortunata quindi questa nave, facendo riferimento a quale sia stato il suo destino finale...
L'Andrea Doria non fu solo un transatlantico, non fu solo una nave di trasporto passeggeri e merci, ma un capolavoro che fece sognare, non solo chi ha avuto l'immensa fortuna di salire a bordo, ma anche chi magari riuscì ad osservarla solo dalla banchina in lontananza, immaginando il lusso e la rarità delle sue opere, gli arredi, le cene, i gala negli immensi saloni...la perfezione!
Tutto, ogni minimo oggetto rese l'Andrea Doria per sempre, "The Beautiful Ship...
La nave bellissima.


SCHEDA TECNICA
Costruttore: Ansaldo, Sestri Ponente di Genova
Armatore: Italia di Navigazione S.p.A.
Varo: 16 giugno 1951
Entrata in servizio: 14 gennaio 1953
Lunghezza: 213 metri
Larghezza: 27,5 metri
Velocità: 23 nodi, massima 26,5 nodi
Capacità: 1241 passeggeri, 580 equipaggio

fine parte 1
                                                                      alla prox da TransatlanticEra

lunedì 15 ottobre 2012

SS Normandie...


Anche il vanto dell'epoca d'oro dei transatlantici francesi arriva sul mio blog!
Sto parlando del meraviglioso S.S. Normandie, che con i suoi sfarzi, l'estetica, la modernità, ed ogni singolo dettaglio ha diffuso in tutto il mondo
un vero e proprio stile di vita...


Il Normandie fu commissionato dalla francese CompagnieGénéraleTransatlantique,
e costruito a Saint Nazaire presso i cantieri De Penhoet. Fu varato nell'ottobre 1932 e, completato negli interni, partì per il viaggio inaugurale il 29 maggio 1935 da Le Havre verso New York, suscitando uno scalpore senza precedenti, dovuto principalmente alla sua enorme mole...infatti il Normandie lungo ben 313 metri, era la più grande nave di linea mai costruita.
La più grande innovazione però fu quella dei motori: per la prima volta su un transatlantico fu installata la propulsione turbo-elettrica che, oltre all'immensa potenza che ne derivava, la rese anche il grado di arrivare a ben 32 nodi di velocità, diventando quindi la nave più veloce al mondo; con una traversata atlantica di soli 4 giorni strappò il Nastro Azzurro all'italiana Rex.



Il suo scafo lungo e slanciato, l'innovativa prua a bulbo, resero questa nave unica nel suo genere, inoltre era dotata di tre fumaioli rossi ed inclinati, ma soltanto due erano effettivamente funzionanti...il terzo infatti fu inserito per
dare alla nave una maggiore stabilita alla sua linea e usato praticamente come alloggio per gli animali domestici a bordo.
Agli occhi risaltava la sua grandezza e bellezza.


Per quanto riguarda gli interni c'è davvero molto da dire...per la costruzione del Normandie , infatti furono convocati i più esperti (e stravaganti) architetti e designer del mondo. 52 di essi infine unirono le loro idee e progetti dando vita ad un'opera d'arte galleggiante con uno stile unico che ben presto si diffuse tra l'alta società di tutto il nord America!







Come si può ben notare, l'Art-Decò è predominante in ogni centimetro quadrato della nave e sfocia quasi in un esagerazione sotto certi aspetti...
Gli arredi stravaganti ed eleganti allo stesso tempo attirarono gli occhi dei più grandi artisti americani dell'epoca, i quali ne fecero praticamente una scuola per le loro successive realizzazioni. Il Normandie possedeva numerosi saloni e bar tra i più grandi al mondo...ristoranti à la Carte con centinaia di posti, contornati da lussuosi arredi e bassorilievi su ogni parete visibile...opere d'arte e lampadari moderni, divanetti e sedie dalle forme stravaganti e colori vivaci resero gli interni di questa nave inimitabili. Bella dentro e anche fuori direi, ma con un salto nella sua storia capiremo ben presto che la sua non fu una vita molto fortunata.


I suoi principali pregi si tramutarono nei suoi peggiori difetti...in un mondo sconvolto prima dalla guerra e dopo dalla crisi economica, tanto lusso si rivelò sotto certi aspetti fuori luogo e poco apprezzato, senza considerare la grande, anzi grandissima, concorrenza dell'inglese Cunard.
Il problema più rilevante si presentò proprio negli interni di questo transatlantico, infatti il Normandie fu concepito con ampi spazi pubblici e , soprattutto, destinati principalmente alla prima classe...infatti i posti e le cabine più numerosi appartenevano solo ai ricchi dando poco spazio a chi non possedeva tanto...Quindi se consideriamo che i grandi transatlantici avevano principalmente funzione di emigrazione verso il nuovo mondo, il Normandie trova un grande svantaggio...la clientela più numerosa infatti, era rappresentata da tutti quegli uomini che salpavano verso una nuova vita e nuove possibilità di lavoro, spesso vendendo tutto per un biglietto di terza classe...i ricchi invece viaggiavano più per piacere che per necessità a bordo di queste navi e non erano di certo più numerosi degli emigranti.

Fu proprio questo che rese spesso il Normandie mezzo vuoto durante le traversate atlantiche e quindi antieconomico considerando i costi sostenuti per la sua realizzazione. Fu inoltre proprio per questo motivo che non riusci mai a battere (a parte la velocità) le sue concorrenti dirette: la Queen Mary e la Mauretania 2, che a differenza della Normandie, avevano molti più posti in classe cabina e turistica.


Nonostante tutto, anche se non era mai al completo, il Normandie riusciva quasi sempre a coprire i suoi costi e quindi a restare in servizio. Ma  lo scoppio della seconda guerra mondiale e la resa francese con la Germania, rese pericoloso le sue traversate e da qui appunto, la decisione di ormeggiarla nel porto di New York al termine della sua 139 traversata, nell'agosto del 1939.


Al molo n°88 di New York, il transatlantico Normandie vi rimase per due anni fino a quando, dopo l'attacco di Pearl Harbour, gli Stati Uniti entrarono in guerra, requisendo la nave per convertirla ed adibirla al trasporto truppe con il nome di U.S. Lafayette.
Ma i lavori andavano avanti troppo lentamente e con poca protezione tanto che il 9 febbraio del 1942, a causa di un incidente con la saldatrice, divampò un incendio che presto si propagò a gran parte della nave...il danno iniziò ad essere rilevante peggiorato inoltre dai battelli antincendio che riempirono d'acqua i ponti della nave e la portarono a perdere stabilità e quindi a rovesciarsi su un fianco...




Il destino del Normandie fu segnato...Con un enorme costo e grandi sovvenzionamenti la nave fu recuperata e stabilizzata, ma gli ingenti danni allo scafo e alle attrezzature, il deterioramento dovuto ai 18 mesi trascorsi semi sommersa resero una futura ristrutturazione impossibile e costosissima.
La nave fu allora rimorchiata nel porto del New Jersey dove iniziò la sua lenta demolizione, terminata infine nel 1948.


Un transatlantico che si farà ricordare e continuerà ad affascinarci con il suo stile.

Scheda Tecnica
Costruttore: Penhoet, Saint Nazaire
Armatore: Compagnie Gènèrale Transatlantique
Varo: 29 ottobre 1932
Entrata in servizio: 29 maggio 1935
Lunghezza: 312,81 metri
Larghezza: 36,4 metri
Velocità: 29 nodi, 32,2 nodi massima registrata
Capacità: 1972 passeggeri, 1345 equipaggio


alla prox da TransatlanticEra